giovedì 18 luglio 2013

Malala Yousafzai e la classe dirigente italiana - La differenza di statura


Il 12 luglio scorso Malala Yousafzai, una ragazza pachistana di 16 anni, nel giorno del suo compleanno ha parlato all'Assemblea giovanile dell'Onu. La giovane, il 9 ottobre del 2012, era stata vittima di un vile attentato ad opera di talebani. Le sue toccanti e coraggiose parole, pronunciate con estrema lucidità e determinazione, sono state: “Il 9 ottobre del 2012 i telebani mi hanno sparato in testa e hanno sparato ai miei amici. Pensavano che le pallottole ci avrebbero fatto tacere, ma hanno fallito. Da questo silenzio sono nate migliaia di voci. I terroristi erano convinti di avere ucciso i miei sogni e le mie speranze. Hanno ucciso la mia paura e la mia mancanza di speranza. Hanno fatto nascere volontà e coraggio. Non ce l’ho con nessuno. Non voglio vendette contro nessuno, né contro i talebani, nè contro altri gruppi terroristici. Sono qui per difendere il diritto all’istruzione per ogni bambino”.
Nei giorni successivi, ho assistito alle inqualificabili dichiarazioni del vice-presidente del Senato Roberto Calderoli (troppo facile, in proposito, chiedersi dove cercare gli Orango); all'imbarazzante vicenda che ha visto il nostro Paese restituire, in tutta fretta e violando i diritti umani, ad una dittatura dell'Est europeo, la moglie e la figlia di un dissidente (che sembra, peraltro, fossero in possesso di due passaporti europei validi); lo scricchiolare di un governo sotto la spinta determinata dall'eventuale esito di una vicenda giudiziaria; l'arroganza  con la quale i "potenti" del Paese pretendono di calpestare, fino all'inverosimile, gli altrui diritti; un numero sorprendente di arresti e di avvisi di garanzia che stanno colpendo personaggi della "grande" imprenditoria italiana; l'indifferenza sostanziale con la quale vengono liquidate le sofferenze e le difficoltà altrui; i rinvii della riforma elettorale che doveva essere uno degli obiettivi principali per il quale si era formata la strana (ma, forse, è stata solo l'evidenziazione della coicidenza di interessi , determinata dalla conservazione dello status quo, che esiste, orami, da molti anni)aggregazione governativa; i conflitti, spesso grotteschi, fra e all'interno dei partiti dovuti alla volontà di acquisire o conservare il potere nel relativo contesto e la lista potrebbe continuare a lungo.
Mi chiedo, a questo punto, ove risiedano la maturità (quella reale e non anagrafica), la dignità e la capacità politica di cambiare, in meglio, il proprio Paese ed il Mondo.
La Chiesa cattolica, con l'avvento di Papa Francesco (Bergoglio), sembra aver imboccato con determinazione (sebbene non senza resistenze interne) e coerenza una nuova via rispondente alle aspirazioni ed alla missione che, da secoli, dichiara di perseguire. L'Italia dov'é?
Con piacere ed ammirazione ho riportato le parole di Malala. Non trovo motivo, invece, per coglierne alcuna di quelle, inutili e prive di compassione, che stanno occupando qualsiasi spazio e forma di comunicazione (non oso parlare di informazione) nel nostro devastato Paese.

martedì 4 giugno 2013

INARRESTABILI USURPATORI DELLA VOLONTA' POPOLARE

Dopo aver usurpato la volontà dei propri elettori chiedendo il voto per un fine ed utilizzandolo, una volta acquisito, per scopi diversi, alcuni uomini del PD, con Veltroni, Renzi e Prodi in testa, secondo quanto riferisce Repubblica di oggi (4 giugno 2013), starebbero adoperandosi per introdurre una nuova forma di governo (semipresidenziale) diverso da quello previsto dall'attuale impianto costituzionale.
Da chi abbiano ricevuto un tale mandato è del tutto ignoto.
Sappiamo, con certezza, che un tale progetto rientra, da sempre, nei programmi di Silvio Berlusconi e di qualche personaggio che si proponeva,con reti di relazioni non trasparenti , di imprimere allo Stato una svolta autoritaria.
Peraltro, sempre secondo quanto è dato apprendere dalla stampa e da attenti giuristi, sarebbe intenzione dei novelli improbabili "padri costituenti" procedere alla riforma in modo tale da non consentire il referendum popolare previsto dall'articolo 138 della Costituzione.
Campioni della democrazia! Solerti apportatori di riforme costituzionali non richieste e non necessarie (rectius controproducenti per la democrazia).
Qualcuno ricorda le aspettative che alcuni di loro avevano ingenerato magnificando l'introduzione di un sistema bipolare? Pensano, forse, che abbiamo dimenticato i guasti determinati dalle riforme apportate, stoltamente, a macchia di leopardo, e senza tener conto dell'intero contesto costituzionale?
Con eccessiva disilvoltura alcuni esponenti parlamentari ignorano o si sovrappongono alla volontà popolare.
Non convincente, peraltro, è la conclusione alla quale tentano di indurci, pur senza avere il coraggio di dichiararla apertamente, secondo la quale per ottenere la "governabilità" sarebbe necessaria una riduzione dei presidi democratici.
L'impressione, purtroppo, è quella di una maggioranza parlamentare, apparentemente occasionale, ma sostanzialmente consolidata nell'interesse comune di perpetuare, nei suoi componenti, sé stessa.
La spregiudicatezza, ormai inoccultabile, con la quale sembra perseguire il proprio urgente obiettivo appare davvero preoccupante.
Il povero troglodita, frastornato, stupito, ma non instupidito, invita, pertanto, tutti i lettori ad unirsi per inviare a questi signori ed ai loro fedeli o momentanei sodali un urgente, tempestivo, avviso di sfratto.
Giù le mani dalla Costituzione di Tutti gli italiani, dalla Repubblica Parlamentare e dalla Democrazia.
                                                                                      Il Troglodita

martedì 28 maggio 2013

ROMA - ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2013 (primo turno) - "VINCITORI" E "VINTI"

Si   è  conncluso  da  poco  il  primo  turno  delle  elezioni  (2013)  per  la  nomina del  Sindaco ed  rinnovo  del  Consiglio Comunale a Roma.
Il  messaggio  che  rimbalza,  con   maggiore  insistenza,  sui  mezzi  di  informazione, è  dedicato  al  "crollo" del  Movimento  5  Stelle  ed  al  successo  del   PD  nonché  ad  una  discreta  affermazione delle forze che sostengono il c.d. "governo delle larghe intese".
Il troglodita, incompetente, come è noto, in tutti  i  campi  (è un "nullologo")  è  stato  costretto,  per  cercare di supportare, con obiettivi dati, quanto andava apprendendo dai  predetti preziosi mezzi di  informazione, si  è   peritato  nella  inconsueta  impresa di confrontare i  risultati  delle  elezioni  amministrative  appena  concluse  (primo turno)  con quelli relativi al primo turno delle elezioni del 2008.
La sorpresa è stata massima, così come lo è stata la difficoltà di capire come vanno letti i risultati e le oscure dinamiche  per  le  quali  alcuni  partecipanti, suffragati   da   stampa   e   televisione,   abbiano   espresso,  o meno, soddisfazione.
Da  quando  aveva  i  pantaloncini  corti,  il  troglodita  ha  sempre  ascoltato  i  perdenti  del  turno elettorale amministrativo sostenere che  non si  può  fare  il  paragone con  le  elezioni  politiche  più  recenti   o  che  le amministrative  seguono  delle  dinamiche  del  tutto  peculiari  e  che non sono un test politico affidabile, così come i vincitori, forti dei propri voti, affermare l'esatto contrario.
Anche in questa occasione, per certi aspetti, la regola è stata rispettata.
Tuttavia, dalla comparazione effettuata cui accennava prima, sono emersi i seguenti dati:

     2008 (elezioni amm.ve Roma - primo turno)                        2013 (elezioni amm.ve Roma - primo turno)

              PD          voti           521.880                                          PD               voti 267.605
             
              PDL        voti           560.648                                          PDL             voti 195.749

             Lista        voti             40.473                                           Movimento   voti  130.635.       
             civica                                                                               5 Stelle
             Amici Beppe
             Grillo

C'é qualcuno che sappia spiegare, in modo convincente, al perplesso troglodita quali motivi di profonda soddisfazione  possano  esprimere  forze  politiche  che  hanno  subito  una  riduzione del 50% circa dei
consensi?
Per quale motivo invece di cacciare, con effetto immediato, i dirigenti di partito che li hanno condotti a
tale disfatta, sono contenti? Non dovrebbe un partito preoccuparsi di essere capace di dare risposte soddisfacenti ai propri elettori ed ai cittadini? Non dovrebbe mettere in discussione la linea politica seguita fino ad oggi?
Perché il comportamento nei confronti della dirigenza del partito assomiglia sempre più a quello che viene riservato, nelle grandi imprese, ai celebrati e superpagati manager, che si dimostrano capaci solo di conseguire risultati fallimentari e condurre le imprese al dissesto?
Un essere dotato di diffidenza e malignità (come il troglodita non è) potrebbe immaginare che l'unica paura che animava le dirigenze di PD e PDL fosse quella di una considerevole affermazione del Movimento 5 Stelle. Non sembra, infatti, importare molto, ai partiti che hanno governato negli ultimi 20 anni il Paese, se a votare vadano solo poche persone (fossero anche solo loro che legittimano sé stessi). La loro unica preoccupazione sembra essere, invece, quella che non si affermi alcuna forza in grado di aggregare consensi (alternativi al sistema consociativo consolidato) e di  sostituirli nella "guida" dell'Italia e, soprattutto, nell'occupazione dei centri di potere.
Nel troglodita, che inizia a sentirsi preso in giro, si sta generando, prepotentemente, il dubbio che votare PD o PDL non produca, nella realtà nazionale, alcuna differenza.

lunedì 20 maggio 2013

Sembra che sia passato il decreto che congela fino al 2014  le retribuzioni dei dipendenti pubblici e probabilmente per altri 3 anni andremo avanti con la vacanza contrattuale, visto che non è previsto nulla per gli anni successivi.
Come è andata invece a finire riguardo la riduzione  dei trattamenti economici complessivi dei singoli dipendenti.... nella misura del 5%, per la parte eccedente i 90 mila euro lordi annui e del 10% per quella superiore a 150 mila euro, non è dato sapere?
Il ricorso presentato da un magistrato dichiarava che andava ad incidere  su  diritti acquisiti.

  BEN  FATTO !     I  DIRITTI  ACQUISITI  NON  SI  TOCCANO

Ma allora mi chiedo: il diritto alla pensione prima della riforma Fornero, non era un diritto acquisito?.
I diritti dei lavoratori in Fiat, non erano diritti acquisiti?.
Chi più ne ha più ne metta e se ne sapete qualcosa in merito vi sarei grata delle vostre informazioni.

mercoledì 15 maggio 2013




LA COSA PEGGIORE NON E' LA VIOLENZA DEGLI UOMINI MALVAGI,
MA IL SILENZIO DEGLI UOMINI ONESTI. ( Martin Luther King)

PERCHE' UN  SINDACO A ROMA ? FACCIAMONE DUE

Non capisco perchè Marino e Marchini si fanno la guerra, sono entrambi sostenitori del Partito Democratico, sembrano brave persone, volenterose e con tante idee.
Hanno professionalità diverse, ma ottime, uno è medico, l'altro è un imprenditore.
Conoscono e amano Roma entrambi.
Marchini ha annunciato alla trasmissione "Piazza pulita" che in caso di elezione a Sindaco rinuncerà allo stipendio, Marino mi sembre  favorevole ad una decurtazione dello stipendio se venisse eletto Sindaco; questo significa che  con uno stipendio, anche ridotto, ne possiamo pagare due.
Due persone che possono lavorare con gli stessi obiettivi, con professionalità diverse,apportando ognuno il proprio valore aggiunto a quella che sarà la pianificazione per una metropoli visitata da tutto il mondo.

 A proposito di visitatori auspico che comunque con  i/il prossimi/o sindaci/o venga tutelata l'immagine dell' Italia e degli italiani difronte agli stranieri che vengono a visitare il nostro paese, ponendo fine allo  scempio che è stato denunciato nel programma di "Piazza pulita": all'ingresso del Colosseo si trovano persone, non meglio identificate, che ti propongono un biglietto a costo maggiorato per acceedere al Colosseo senza fare la fila................................la cosa ormai sembra normale amministrazione.

mercoledì 6 febbraio 2013

CASO SICILIA - LE CRITICHE DELL'EX MINISTRO MARONI

Ieri sera, confortato dal calore della propria caverna, il Troglodita ha assistito alla puntata di Ballarò.
L'ex ministro Roberto Maroni, ora segretario della Lega Nord, ha sottolineato come in Sicilia il numero dei dipendenti pubblici, rispetto agli amministrati, sia di gran lunga superiore a quello riscontrabile in Lombardia.
Il prode cavaliere del Carroccio ha lasciato intendere che questo dipenda da una conduzione marcatamente clientelare ed assistenzialista.

Le incongruenze, per le quali il povero troglodita non è riuscito a trascorrere una nottata serena, però, possono essere riassunte nei seguenti quesiti:

perché l'ex ministro ramazza (quello che è stato costretto per far pulizia nella Lega, cominciando dall'ingombro  della famiglia del fondatore, a brandire la scopa) si è dimenticato di passare il suo spadone di saggina sui governi di destra dell'Isola che, negli anni, si sono succeduti (l'ultimo dei quali, prima dell'avvento del Governatore Crocetta, presieduto dal governatore Lombardo) e che sono stati sempre alleati della Lega Nord?

Perchè alle prossime elezioni politiche la Lega Nord farà parte di una coalizione alla quale partecipa anche l'ex governatore Lombardo? Si fida del cognome?

Perché il ministro Maroni invoca, per la Lombardia, lo stesso Statuto speciale che, probabilmente, in Sicilia, ha favorito il verificarsi di quei fenomeni che critica aspramente?

perché non ha fatto alcun accenno ai tanti soldi, di tutti gli italiani, che il governo di cui era esponente ha elargito alla città di Catania (guidata da un sindaco della sua coalizione) per colmare la voragine di bilancio che stava divorandola?

Quando, finalmente, l'insonne troglodita, si era rassegnato all'idea che per tali incongruenze, come per i Misteri teologici, fosse inutile cercare una spiegazione e si avviava, così, a qualche ora di meritato riposo,
è stato colpito, come fosse un pugno allo stomaco, da un nuovo irrisolvibile dubbio:

perché il PD ha sostenuto e tenuto in vita, in Sicilia, la giunta del governatore Lombardo (ora, nuovamente, alleato della coalizione PDL-Lega Nord)?

mercoledì 9 gennaio 2013

PICCOLE CONSIDERAZIONI PRE_ELETTORALI

Accordo elettorale Lega Nord - PDL per la Regione Lombardia
PDL e Lega Nord hanno trovato l’accordo per presentare liste comuni alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale in Lombardia.
Esultano Renzo Bossi (il Trota, che dovrà sospendere, comunque, gli studi per conseguire il Master in Burkina Faso) e Nicole Minetti (anche se quest’ultima aveva lamentato, in occasione della precedente elezione, di non essere stata candidata al Parlamento nazionale).

Le capacità amministrative di Nicole Minetti
Silvio Berlusconi ha, ripetutamente, rappresentato ed elogiato la preparazione professionale in campo politico ed amministrativo di Nicole Minetti. Non abbiamo dubbi, pertanto, che qualora non intenda riproporla (imporla?) quale candidata per il Consiglio Regionale della Lombardia (incarico remunerato con soldi pubblici), non perderà l’occasione per assumerla e porla a capo (magari in qualità di AD) di qualche sua azienda.

Le capacità del candidato Governatore Roberto Maroni
Matteo Salvini ed altri illustri leghisti magnificano le doti espresse da Roberto Maroni quando è stato Ministro degli Interni. Premesso che nella lotta alla criminalità organizzata non sembra aver conseguito risultati superiori a coloro che l’hanno preceduto e seguito nell’incarico, ricordiamo che:
1)      si è fatto trovare sorprendere dall’arrivo dei profughi provenienti dalla Libia e dai Paesi limitrofi a seguito dei bombardamenti cui anche l’Italia ha partecipato;
2)      ha concentrato la distribuzione dei predetti profughi in Puglia (regione governata da un esponente dell’opposizione) ed ha irritato la Francia e l’intera Unione Europea (che, tra l’altro, non hanno capito il motivo per cui avrebbero dovuto svolgere un ruolo che alle regioni del Nord d’Italia veniva risparmiato) con il maldestro ed umiliante tentativo di riversare nel Paese transalpino l’imprevedibile “ondata” migratoria;
3)      non è stato capace, nonostante i tempestivi avvertimenti provenienti dal Ministero degli Interni serbo, di evitare i disordini e la sospensione dell’incontro di calcio (senza precedenti) della nazionale italiana con quella della Serbia;
4)      non è stato capace, nonostante le puntuali segnalazioni provenienti dalle forze di polizia, di prevenire ed impedire i gravi disordini, nei quali hanno rischiato di perdere la vita alcuni agenti, causati, in occasione della manifestazione a Roma degli “indignados”, da un manipolo di comuni teppisti (alcuni appartenenti agli ultras del Teramo);
5)      Non ha accorpato le elezioni regionali con i quattro referendum (per l’acqua pubblica, etc.) ed ha, così,  provocato, per misero calcolo politico (Cicero pro domo sua) e dimenticando che era il Ministro di tutti gli italiani (e non solo dei leghisti e del PDL), una evitabile spesa di 300 milioni di euro per lo Stato.
Non resta, in questo caso, che parafrasare un antico proverbio dicendo che “ognuno dalle sue capacità l’altrui misura”…..

 Il "merito" dei giovani rampanti e gli sfigati -Arroganza e superficialità
Con raccapriccio, ho assistito, nei giorni scorsi, ad un frammento di un dibattito televisivo nel quale un supponente sbarbatello, che dovrebbe presentarsi alle prossime elezioni politiche nella lista civica per Mario Monti, si confrontava, argomentando sulla base di luoghi comuni e presupposti non attendibili, con il solido Maurizio Landini della FIOM. Incalzato dal Segretario Nazionale del sindacato, che gli chiedeva di citare le fonti dalle quali avesse tratto i predetti presupposti (es. contratti collettivi), il rampante saputello glissava ed evitava di rispondere tentando di ripetere, con la superficialità dell’indeterminatezza, le proprie tesi sulle indimostrate basi. Per troppo tempo i lavoratori dipendenti sono stati, indistintamente, oggetto di negativi e generici addebiti. Tutti, per esempio, ricorderanno le strumentali accuse di assenteismo, mosse da Sergio  Marchionne ai lavoratori di Pomigliano d’Arco, attraverso le quali è riuscito a far passare il nuovo “modello di relazioni sindacali” ed il peggioramento delle condizioni di lavoro per i dipendenti in tutti gli stabilimenti italiani del Gruppo FIAT. Il timore è che l’approssimazione con la quale il dimissionario Governo ha trattato il problema dei c.d. “esodati” (sarebbe forse opportuno definirli “disastrati”) e sembra voler affrontare quello del rilancio dell’occupazione giovanile (rischiando di precarizzare pure le famiglie che, ormai, costituiscono le uniche reali fonti di sostegno per i ragazzi) diventi la norma anche in una futura conduzione del Paese. Le scelte di alcuni giovani che dovrebbero costituire l’ossatura di una salda compagine che si candida a guidare l’Italia nel prossimo quinquennio non sembrano, al momento, appropriate e fanno ritornare alla mente il ventottenne vice-ministro all’Economia Michel Martone che ha dichiarato che coloro che non si laureano a 28 anni sono degli sfigati (per non parlare di quelle, provenienti da Fonte più attempata, che ha definito i giovani choosy). Resta da sperare che gli italiani, al momento del voto, sappiano garantire al Paese un governo privo di ignoranti e volgari figuri ma anche di aristocratici e boriosi personaggi irrispettosi delle regole della democrazia e lontani dalle esigenze e dalle realtà vissute dai comuni cittadini.

Cittadini e sudditi - Rispetto dei diritti....ma non per tutti
Ascolto frequentemente “la versione di Oscar”, una trasmissione radiofonica, condotta da Oscar Giannino, su radio 24. Non priva fondamento, sembra, la critica mossa dal conduttore all’Ordinamento del nostro Paese in merito al fatto che, nell’imposizione fiscale, lo Stato, non riconoscendo i diritti dell’individuo, tratti i cittadini come sudditi. Tuttavia, mi chiedo perché la medesima passione espressa, con furore,  in difesa dei diritti dei cittadini contribuenti non la esprima contro le modifiche legislative che, privando i cittadini lavoratori delle elementari tutele, li rende sudditi (o, peggio, servi) dello Stato o del capriccio di altri privati cittadini. Sembra che anche per lui, come per Sergio Cofferati in occasione del referendum che intendeva estendere le garanzie dell’articolo 18 della Legge n. 300 del 1970 (c.d. “Statuto dei Lavoratori”) anche ai lavoratori delle aziende con meno di 15 dipendenti, esistano cittadini di dignità diversa ai quali riconoscere i diritti soggettivi e della persona umana in misura diversa.